Scrittura creativa: quanti taccuini?

Chi mi segue, sa che parlo sempre di avere a portata di mano un taccuino a tal punto che viene da chiedersi quanti ne occorrano per far fronte a ogni “emergenza creativa”. La risposta in effetti è: più di uno.
Ecco come sono organizzata io in tal senso:
- Il taccuino sempre in borsa. Cambio borsa con la quale mi sposto e vado al lavoro molto di rado, quindi questo taccuino per me è forse il più importante perché di fatto mi accompagna tutto il giorno. Grande come un quaderno di scuola, lo prendo sempre abbastanza spesso perché mi piace l’idea di potervi ritrovare buona parte dei progetti e delle idee raccolte. Lo acquisto con fogli bianchi e lo porto con me insieme a una TrattoPen o una Stabilo nera, questo perché oltre a scrivere adoro fare degli schizzi e disegnare.
- Il taccuino da taschino (o da borsetta). Questo taccuino, piccolo come una di quelle vecchie agendine per i numeri telefonici, deve poter venire sempre con me. Dalle passeggiate al supermercato, dalle serate agli eventi. Piccolo, leggerissimo e accompagnato da una penna o una matita altrettanto easy, mi da la certezza che ho sempre “per scrivere”. Anche questo senza righe né quadretti.
- Un taccuino in ogni postazione di studio, lettura o lavoro. Cerco di tenere un taccuino in ogni angolo in cui trascorro del tempo sfogliando, leggendo o lavorando, perché, come ho spiegato in altri post, questi sono i momenti in cui cercando un’idea ne arriva un’altra. Vi consiglio di non spostare, infatti, i taccuini dalle borse per non correre il rischio di dimenticare di rimetterceli. Di conseguenza, ho un taccuino in bagno, uno sulla scrivania al lavoro e un ultimo sul comodino in camera da letto.
- Un taccuino digitale. A questo punto vi starete chiedendo come dare ordine a tutti questi appunti. Periodicamente copio tutti gli appunti così come li ho presi su un file in Note che ho chiamato Perpetual Journal. Si tratta di un documento sul quale, come un enorme rotolo di carta igienica, scrivo tutto ciò… che scrivo. Letteralmente. Al termine del lavoro, ogni pezzo, ben corretto, viene salvato con il suo titolo anche nella cartella di pertinenza, ma non lo cancello mai dal Perpetual Journal.
Si tratta di un metodo che utilizzo dal 2017, quando l’estremo tentativo di recuperare dei file rapidamente mi ha portato a copiare e incollare tutti insieme quelli che riuscivo a rintracciare. Mi spiace solo di non averlo scoperto prima perché tutto ciò che ho scritto in oltre 15 anni mi avrebbe permesso oggi di risparmiare molto tempo in alcuni passaggi, come la scrittura di microtesti per i social.
Il Perpetual Journal, infatti, è un tale collettore di materiali che mi basta fare una ricerca al suo interno per avere subito spunti ma anche veri e propri testi pronti all’uso o per essere riassemblati. Vi consiglio vivamente di avere un vostro Perpetual Journal che, per restare in tema, è anche il mio unico taccuino digitale.
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